Lecture critique de quelques essais de italo calvino contenue dans la récolte "una pietra sopra"
Calvino si chiede, 8 anni dopo Sartre, per chi si scrive?
Prima di chiederci se vi siano e quali siano i personaggi della letteratura italiana d'oggi, dobbiamo cominciare a chiederci se vi sia e quale sia un vero protagonista, un tipo d'uomo ch'essa pur implicitamente presupponga o proponga. (p.3)
Non è vero che la presenza di un vero e proprio Personaggio si possa chiaramente scorgere ormai solo nella letteratura 800esca e negli ultimi suoi strascichi primonovecenteschi (uomo d'annunziano o crepuscolare). Calvino rivendica anche per la figura ermetica un'importante status simbolico: anche la letteratura ermetica, priva di personaggi e fatta più di cose, di paesaggi e d' umbratili stati d'animo,
una letteratura dell'assenza, come si disse, perfino essa proponeva un'immagine d'uomo ben caratterizzata (sia pur negativamente caratterizzata (..)) e legata (sia pur negativamente) ai tempi. (p.4)
Anche l'uomo ermetico sta di fonte alla storia e ne risponde: un rapporto negativo col mondo è pur sempre un rapporto.
Quest'uomo ermetico Calvino lo scorge anche in molte opere della narrativa italiana contemporanea: Moravia, Pavese, Vittorini costruiscono i loro personaggi o la loro poetica sul segno di una integrazione mancata.
Questo, nei giovani scrittori, si traduce da una parte nell'uso di espressioni “grezze”, quasi informi grida lamentose, parole che rimandano ad una realtà quasi esclusivamente fisiologica e spesso violenta (chiamiamola <<poetica della felice ignoranza>>); dall'altra parte si ha invece un voluto pastiche stilistico-gergale,
che punta sulla utilizzazione squisita del materiale linguistico plebeo. (p.10)
chiamiamola <<poetica della raffinata scaltrezza>>. Entrambe queste tendenze mettono in relazione antitetica i due termini: coscienza intellettuale e mondo popolare.
Come se il primo fosse una lente d'ingrandimento sul secondo .. oppure no, come se il secondo fosse una