Il naturalismo
quadro storico
Tra il 1845 ed il 1847 gli stati europei, diversi sia per sviluppo economico che per organizzazione dello Stato, vivono una profonda crisi nel campo dell’agricoltura e nel settore commerciale e industriale, che si abbatte sull’ordine assolutistico e sulla stabilità dei regimi sorti dopo il Congresso di Vienna.
La crisi provoca infatti fenomeni rivoluzionari e sollecita la partecipazione delle masse urbane ai moti in piazza, che nell’Europa centro-occidentale esplodono violentemente durante il 1848. La fiammata rivoluzionaria contagia immediatamente tutta l’Europa, ad eccezione dell’Inghilterra liberale e della Russia assolutistica, coinvolgendo le varie nazioni con metodi profondamente diverse. A questi moti rivoluzionari partecipano soprattutto forze liberali e liberal-nazionali.
Spenti gli ultimi bagliori della rivoluzione quarantottesca, molte nazioni europee portano a maturazione un grande processo di trasformazione economica, sociale e industriale di pari passo con l’ascesa della borghesia. Attorno agli anni ‘50 le grandi utopie nazionali e sociali subiscono un profondo cambiamento. Con la caduta delle speranze e dei sogni subentra un’epoca di guerre, autoritaria e realistica. Al posto dell’idealismo, non più consono alle idee che si erano diffuse rapidamente in quegli anni, subentra la necessità di un’effettiva attenzione alla realtà delle cose, agli aspetti concreti della natura e della vita.
Anche sul piano letterario (come su quello artistico), dopo i tanti sogni romantici che avevano alimentato gran parte della produzione dell’ ‘800, si avverte l’urgenza di rappresentare il reale.
il realismo
Nella letteratura francese il passaggio dall’ “ideale” al “reale” viene aperto da un grande narratore romantico, Honoré de Balzac (1799-1850), che trae dalla scienza gli strumenti per leggere in modo nuovo il reale. L’autore della Commedia umana descrive la società francese nell’età della Restaurazione con la precisione di