Fatica

perfezione di forme levigate e di linee pure. La poesia viene presentata nel paragone con la pittura e la scultura. Il poeta - afferma Gautier - è come lo scultore che dirozza il blocco di marmo e ritrova l'idea della Bellezza - più bella quanta più fatica ha richiesto - nella lotta aspra contro una materia al lavoro ribelle. Egli affronta un cammino disagevole (calza un coturno stretto) e rifiuta le scorciatoie verso esiti graditi al vasto pubblico. L'arte che raggiunge questa perfezione platonica

alla seconda domanda ( = seconda parte) accenna alle cause della distruzione e spiega le regole di uno sport sparito. La terza battuta della madre ci rivela che , oltre alla scomparsa della natura, si è esaurito anche l’ossigeno. La madre fa fatica a rispondere alla prima domanda di sua figlia perché non ha mai visto né un prato, né i colori dal vivo. Sua nonna le raccontava sempre che « tanti anni fa esisteva un mondo pieno di colori… ». Per immaginarli si aiuta con i vecchi film visti al Lasercinema

prétendue conscience de son seigneur, mais il ne fait que l’envier. Comme lui, Il aimerait mener une vie de séducteur et de gentilhomme : c’est d’ailleurs ce qu’il chante dès son entrée en scène, dans le premier air de l’opéra, « Notte e giorno faticar ». Mais il n’en a ni les moyens matériels, du fait de sa position socialement subalterne, ni les moyens humains, à cause de sa faiblesse de caractère. Pour ce personnage Mozart choisit une voix de basse comme pour Don Giovanni, ce qui souligne la

ces nuits sans fonds que tu dors et t'exiles, |Ti allontani | | |Ultime bilan de ses explorations |Million d'oiseaux d'or, ô future Vigueur ? |Perchè adesso la fatica ha preso il posto della forza | |23 |Ici il y a la souffrance. Après avoir tout|Mais, vrai, j'ai trop pleuré ! Les Aubes sont navrantes. | | | |vu, tout est négatif et désolant

sottostante alla linea dell'orizzonte, è il campo vero e proprio: tratti di giallo intenso che riproducono le spighe di grano riarse dalla calura. Esse hanno posizioni diverse, alcune sembrano piegate, quasi come inginocchiate sotto il peso incombente della fatica esistenziale. Allo stesso tempo, per colore e consistenza, le spighe stesse possono sembrare lingue di fuoco...di una grande landa incendiata...di un inferno. Al centro del dipinto vi è una strada che indirizza verso il limitare dell'orizzonte. Questa

nuoto, a volo, à la nage, au vol; a spese di, aux dépens de; a nord, a ponente, au nord, à l’ouest; fatto a mano, fait à la main; cucito a macchina, cousu à la machine; a Natale, a S. Martino, à la Noël, à la St. Martin, a fatica, a stento, avec peine; allo scopo di, dans le but de; a tal fine, dans ce but; dieci lire al chilo, dix francs le kilo; dieci lire al metro, dix francs le mètre; un naso a becco, un nez en bec; un naso d’aquila, un nez d’aigle;

Poggibonsi→questa parte della Toscana considerata come un’appendice dell’Italia settentrionale (economia avanzata). Altra Toscana che si spopola : la Garfagnana+ le tre province meridionali di Arezzo, Siena, Grossetto→agricoltura non povera ma che sopravvive a fatica, fuga dei contadini dalle campagne →perciò parliamo di due Toscane II. Una regione collinare Superficie= 22992 km2 Montagna= 25% Collina= 67% Pianura= 8% Colline aspetto preponderante Aspetto vario : -colli disseminati di ulivi

come i valori geografici e cosmici come il variare delle stagioni, del giorno e della notte, i valori dell'acqua, dell'aria, del sole, della luce, come elementi primari per la sopravvivenza dell'uomo, i valori della storia e della tradizione, della fatica degli uomini». Texte traduit : Luigi Snozzi «Notes sur un processus de conception» dans Luigi Snozzi, renouvellement urbain à Monte Carasso, catalogue de l’exposition à la Galerie 9H, Londres, 1986 «Lorsque vous dessinez un chemin, une écurie

Esope et Phèdre soulignaient l’adresse du Renard. La morale de cette fable stigmatise traditionnellement la flatterie et blâme la vanité crédule . Solo in un paio di casi nelle favole di LF nel dodicesimo libro in cui si fa fatica a capire quale sia la fonte nel 500. MORALE  : Il ne faut pas crois à tout le monde et être trop crédule. C’est le Renard qui a le dernier mot dans l’apologue. La leçon est au présent de l’indicatif : c’est valable

persone che parlano correntemente molte lingue, ma nel migliore dei casi di persone che possono incontrarsi parlando ciascuno la propria lingua e intendendo quella dell’altro, che pure non saprebbero parlare in modo fluente, e intendendola, sia pure a fatica, intendessero il « genio », l’universo culturale che ciascuno esprime parlando la lingua dei propri avi e della propria tradizione.». [Μία Ευρώπη πολύγλωσσων δεν είναι μία Ευρώπη προσώπων που ομιλούν με ευχέρεια πολλές γλώσσες, αλλά στην καλύτερη