Catania
Le domande sulla natura del tempo hanno sempre accompagnato la vita dell’uomo, nei diversi momenti storici, filosofi e letterati si sono a lungo interrogati sulla natura e ,soprattutto, sulla misurabilità del tempo.
Soprattutto i filosofi e gli scienziati hanno provato a dargli 1 forma, 1 dimensione, e una definizione: “circolare o lineare?” “Oggettivo o soggettivo?”.
La natura dell’uomo lo porta a circoscrivere spazi e limiti dell’esistenza e dunque ad impadronirsi del concetto di tempo. La prima organica riflessione sulla natura del tempo è scritta ad opera di Sant’Agostino che definisce il tempo come “una realtà soggettiva alla coscienza dell’uomo”, così Agostino mostra il cammino alle più moderne speculazioni sul tempo, che verranno successivamente fatte da diversi scienziati, filosofi e letterati, da Kant ad Heisten, tutti per spiegare il tempo basano le loro idee sul pensiero agostiniano.
Ma la voglia di trovare una spiegazione al tempo, al suo mutamento, alla sua natura, alla sua fondamentale importanza nella vita nasce già nell’antica Grecia dove esso viene visto come un tempo veloce, circolare e mutevole.
Esiodo scrisse il mito dell’età , nel quale appare una nozione politico-militare del tempo: L’età dell’oro, epoca felice, degenera piano piano fino ad arrivare all’età del ferro che sarebbe l’età peggiore.
Successivamente all’opera di Esiodo nasce la visione poetico-lirica del tempo che ne misura gli effetti sulla vita umana, un tempo che si concentra così sull’individuo.
Nell’età arcaica è Mimnermo che nelle sue liriche ci mostra il suo rimpianto per il trascorrere del tempo; egli contrappone la luce degli anni della giovinezza all’oscurità della vecchiaia : “ Al modo delle foglie che nel tempo fiorito della primavera nascono e ai raggi del sole rapide crescono, noi simili a quelle per un attimo abbiamo diletto del fiore dell’età”.Qui il poeta ci mostra, associandola alla luce, la bellezza degli