Andare
Mi ricordo il senso piacevole di freddo che si avvertiva scenendo l'ultima rampa di scale, entrando fra i banchi frigorifero e l'odore misto di cibi crudi. La carne - nei banchi frigorifero, appunto - le verdure, la salumeria, la plastica ; tutto mescolato in un odore unico, complicato e un po' asettico che era " l'odore della standa", per me. All'epoca non ce n'erano tanti di supermercati e andare alla Standa era un po' come andare al luna park della Fiera del Levante, che c'era a settembre, poco prima dell'inizio della scuola.
Al supermercato della standa c’erano alcuni prodotti che non si trovano altrove. Per esempio certi formaggini in vaschetta, dall’aria vagamente esotica, dei quali non ricordo il nome. Ma il sapore sì, quello me lo ricordo bene ; davano di prosciutto, una specie di gusto rustico, molto più intenso di quei triangolini che ero abituato a mangiare e che non sapevano di niente. C’erano dei biscotti francesi che sembravano pasticcini. Erano un articolo di lusso e non si potevano mangiare come i biscotti ordinari, con il latte , per esempio. E c’erano tante altre cose con cui riempivamo il carello che volevo sempre guidare io ;
Credo che a tutti i bambini miei coetanei piacesse andare al supermercato.
A ma piace ancore adesso. Ci sono dei pomeriggi che non ne posso più dei clienti, delle carte, dello studio, delle telefonate con i colleghi. Allora mi viene voglia di uscire, per andare in libreria, o al supermercato. Perlopiù me la faccio passare, quella voglia di uscire, perchè ci sono altri client, alter carte, alter colleghi […]con cui parlare al telefono. Qualche volta però, quando sono veramente al limite, esco. E qualche volta prendo la macchina, e me ne vado per un’ora, o anche due, in uno dei giganteschi