La signora del giallo brava anche in amore
24 gennaio 2010 — pagina 10 sezione: MILANO

LA FAMIGLIA non è solo il luogo delle emozioni più radicali, ma ne è il catalizzatore, anzi di più: è una sorta di acceleratore di particelle che crea materie ed energie nuove da quelle fragili molecole che sono le relazioni umane. Barbara Garlaschelli, come ogni scrittore che segue senza paura né conformismi i sentieri che vanno dritti al cuore, lo sa. E sa trasmetterlo a chi legge. Innestando le sue invenzioni narrative su una serie di ricordi di gioventù del padre, bambino durante la Seconda Guerra Mondiale come tutti i personaggi principali del romanzo, l' autrice dà vita a un corposo e palpitante affresco - scritto in cinque anni - che la libera una volta per tutte da quell' etichetta di "scrittrice noir" con cui siamo abituati a identificarla ( Alle signore piace il nero è il titolo dell' antologia uscita l' anno scorso per Sperling & Kupfer e curata proprio dalla Garlaschelli insieme alla sua bravissima collega Nicoletta Vallorani). L' autrice ci narra la storia di Lena, bambina e poi donna di bellezza ultraterrena,e di Lorenzo, ragazzino predestinato a sposarla e a diventarle succube, disseminando passioni, sorrisi, dispetti, amori, misteri e lacrime in una struttura narrativa a più livelli che non accusa scricchiolii né cenni di cedimento. C' è il tema del fascino: benedizione evidente o condanna segreta? C' è il dramma dell' abuso minorile che mutila ogni possibilità futura di empatia con gli altri. C' è la suggestione dell' ambientazione storica: una Milano dilaniata dai bombardamenti angloamericani («Bagliori rossi si alzano e si abbassano. E' come se Milano stesse respirando fuoco») dove in mezzo al dolore possono fiorire anche l' amicizia e una indefinibile allegria di naufragi. E c' è la famiglia, dicevamo: calderone rovente di tutto ciò che non si può dirimere con la logica, odiato eppure amatissimo falò a cui si torna sempre, in un modo o nell' altro,