Le strategie lacoste
Fine 2006: Lacoste mette in vendita limitata (1000 esemplari ciascuna) due nuove creazioni:
l’eco polo “…Creata con tessuti e coloranti naturali, è proposta nel colore indaco. L’indaco, infatti, è l’unico colorante che non ha bisogno di aggiunte chimiche per fissarsi ai vestiti ed la sua lavorazione è stata resa riproducibile su larga scala, per rispondere alle necessità del marchio Lacoste, a distribuzione mondiale. La lavorazione naturale, fatta nelle fabbriche del Marocco, garantisce che ogni polo sia diversa dalle altre; Anche il packaging è stato curato in linea con la polo: una confezione di cartone creata con materiali riciclati simile a quella usata per le confezioni delle uova.”
e la techno polo:
“…proposta in un filato tecnico che unisce il cotone al
lurex. Il taglio è classico, ma il apo finale è frutto di elaborate ricerche sui materiali più innovativi e ad alto livello prestazionale. La confezione, in questo caso è in alluminio sottovuoto.”
Ottobre 2008: Lacoste attraverso gli internauti diffonde i trucchi per riconoscere l’autentico marchio Lacoste dal falso: (possiamo non
dettagliare, prendere in considerazione solo i punti) 1) Il logo Lacoste.
Un "coccodrillo autentico" si riconosce dalla tonalità del colore (verdone) e dalla maggior precisione nella forma e nelle cuciture nere che ne delineano la livrea e i contorni. L'animale, inoltre, è cucito sul tessuto della maglia (caratteristica costante nei modelli da donna; in quelli da uomo tra logo e tessuto sarebbe interposta una specie di toppa non visibile a occhio nudo) con del filo di nylon e non semplicemente incollato o stampato; pertanto qualsiasi altra variante anche nella forma o nel disegno (ad es. coccodrillo a bocca chiusa o con coda puntata verso l'alto) è da considerarsi un falso.
2) Forma e dalla qualità dei bottoni.
I due bottoni di un modello "classico" autentico presentano due fori allineati e cuciti in verticale, ma